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  • Battaglia di Magenta
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  • Dopo la sconfitta di Novara e l'abdicazione di Carlo Alberto di Savoia in favore del figlio Corso Vittorio Emanuele, il regno di Sardegna si trovava ad un punto di svolta. Da una parte potevano scegliere di far finta di niente, lasciar perdere l'unificazione italiana e riprendere a giocare a tressette col morto assieme a Francia e Svervegia, mentre dall'altra potevano proseguire nei piani di unificazione nazionale. Si scelse infine la seconda, ma non tanto per patriottismo, quanto più perché nel 1850 non avevano ancora inventato la PSP e quindi ci si annoiava a morte.
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Luogo
Didascalia
  • Due soldati in lotta, ritratto del 1859
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Casus
  • Si annoiavano
Mutamenti territoriali
  • Annessione della Longobardia all'Italia
Esito
  • Vittoria di Piemonte e Francia, che rubano tutte le biglie all'Austria
Parte di
  • parte della Seconda guerra di indipendenza italiana
Immagine
  • 280(xsd:integer)
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  • 1859-06-04(xsd:date)
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  • Esercito dei criceti spaziali
  • Quattro cavalli con la
  • corazzate e Lady Gaga
  • scabbia, due pecore
Schieramento
  • 30(xsd:integer)
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  • Qualche ora dopo, quando la mamma di Napoleone III lo richiama a casa perché era la giornata del bagno
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  • Battaglia di corso Magenta
abstract
  • Dopo la sconfitta di Novara e l'abdicazione di Carlo Alberto di Savoia in favore del figlio Corso Vittorio Emanuele, il regno di Sardegna si trovava ad un punto di svolta. Da una parte potevano scegliere di far finta di niente, lasciar perdere l'unificazione italiana e riprendere a giocare a tressette col morto assieme a Francia e Svervegia, mentre dall'altra potevano proseguire nei piani di unificazione nazionale. Si scelse infine la seconda, ma non tanto per patriottismo, quanto più perché nel 1850 non avevano ancora inventato la PSP e quindi ci si annoiava a morte. Camillo Benso conte di Cavour tenne un magnifico discorso al Parlamento in cui esortava la nascente Italia alle armi. Dieci minuti di applausi lo salutarono, una volta finito di parlare, e venne anche candidato a cinque premi Oscar. Subito pronta la risposta dei parlamentari, completamente persuasi da quel magnifico discorso, tanto addirittura da tirare fuori quella bottiglia là: Cavour, quindi, fece seguire alle parole i fatti. Nel luglio del 1855 si incontrò con Napoleone III a Parigi per perorare la causa piemontese, ma l'imperatore francese gli rispose picche, sostenendo che un intervento militare sarebbe stato troppo gravoso per le finanze dello stato, e inoltre doveva rimanere a casa a guardare l'ultima puntata di Desperate Housewives, poiché il Regio Videoregistratore si era rotto e in tutta Francia non si trovava un elettricista disponibile. Ma Camillo Benso, conte di eccetera eccetera non si perse d'animo e chiese un consiglio politico a uno dei grandi vecchi della politica sabauda, il senatore Giulio Andreotti. I due si incontrarono in una notte di plenilunio nel luogo di residenza di Andreotti e, al termine dell'incontro, Cavour se ne uscì con la soluzone a tutti i suoi problemi. Nessuno, invece, vide più le tredici vergini che l'avevano accompagnato alla dimora del Senatore. Il discorso tra i due, recuperato grazie a un'intercettazione ambientale ad opera di Patrizia D'Addario e in seguito pubblicata su Repubblica si è svolto più o meno come segue: Andreotti : File:Quote rosso1.png E va bene, va bene, conte, il suo dono mi ha soddisfatto, parli pure. File:Quote rosso2.png Cavour : File:Quote rosso1.png Eccellenza, io... File:Quote rosso2.png Andreotti : File:Quote rosso1.png Sì, in pratica lei vuole... ecco, ungere bene gli ingranaggi con Napoleone. File:Quote rosso2.png Cavour : File:Quote rosso1.png Esatto, Eccellenza. File:Quote rosso2.png Andreotti : File:Quote rosso1.png Oh, con questi formalismi. Mi chiami semplicemente Vostra Luminosa Magnificenza File:Quote rosso2.png Cavour : File:Quote rosso1.png Come desidera, Vostra Luminosa Magnificenza. E per quanto riguarda l'Imperatore? File:Quote rosso2.png Andreotti : File:Quote rosso1.png Eh, l'Imperatore... Sa, Camillo, io ho certe conoscenze, potrei incaricarmi io stesso di far da tramite con la Francia. File:Quote rosso2.png Cavour : File:Quote rosso1.png Non le chiederei mai tanto, Vostra Luminosa Magnificenza. File:Quote rosso2.png Andreotti : File:Quote rosso1.png Ecco, appunto. Sa com'è, alla mia veneranda età non ci si può più sballottare tanto... Ma lei ha provato a far leva su altri interessi di Napoleone? File:Quote rosso2.png Cavour : File:Quote rosso1.png Non sono certo di capire... File:Quote rosso2.png Andreotti : File:Quote rosso1.png Ma sì, c'è quella vostra cugina... come si chiama, la contessa di Castiglione. Ecco, lei potrebbe essere la persona giusta per convincere l'Imperatore a perorare la causa Piemontese. File:Quote rosso2.png Cavour : File:Quote rosso1.png Ma, Eccel... Vostra Luminosa Magnificenza! Tutto ciò è inaudito. File:Quote rosso2.png Andreotti : File:Quote rosso1.png Non faccia il niubbo, Camillo, è così che si fa politica, oramai... File:Quote rosso2.png Cavour : File:Quote rosso1.png Mi rifiuto di pensare ad un'Italia in cui il potere finisca in mano a una persona che non esiti a servirsi di rapporti libidinosi con donne di malaffare come strumento politico. Nella mia Italia questo non accadrà mai! File:Quote rosso2.png Andreotti : File:Quote rosso1.png Sì, sì, come vuole, Camillo, io quello che dovevo dire l'ho detto. Poi lei faccia come le pare. Ora mi scusi, ma sta sorgendo l'alba, devo ritirarmi nella mia bara. Il mio maggiordomo la accompagnerà all'uscita. File:Quote rosso2.png Nonostante la contrarietà iniziale, infine Cavour cedette al diabolico piano ordito dal Senatore e fece partire sua cugina Virginia, meglio nota come la contessa di Castiglione, famosa in tutta Savoia per la sua abilità di tenere in bocca quattro mele per volta, alla volta della corte di Napoleone III. Esattamente tre ore dopo, l'imperatore francese acconsentì a trattare con l'Italia.
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