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| - La fondazione di Ponte Milvio risale all'epoca degli antichi romani. Si narra che il fondatore del culto del sacro lucchetto, Costantino I, sconfisse il suo rivale Massenzio, colpendolo alla nuca con un lucchetto e facendolo precipitare nel Tevere. In seguito alla vittoria, mostrò ai suoi seguaci il lucchetto, urlando "In hoc signo vinces" e, per celebrarla, fece edificare Ponte Milvio, in modo da collegare le sponde del Tevere nel luogo in cui Massenzio era capitolato, e impose che ogni cittadino romano si recasse periodicamente ad abbellirne i lampioni con dei lucchetti, incidendovi qualche cazzata e gettandone la rispettiva chiave nel Tevere. Quest'usanza fu abbandonata durante il medioevo, per opera della Santa Inquisizione e dell'UNESCO, salvo poi essere ripristinata qualche anno fa i
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| - La fondazione di Ponte Milvio risale all'epoca degli antichi romani. Si narra che il fondatore del culto del sacro lucchetto, Costantino I, sconfisse il suo rivale Massenzio, colpendolo alla nuca con un lucchetto e facendolo precipitare nel Tevere. In seguito alla vittoria, mostrò ai suoi seguaci il lucchetto, urlando "In hoc signo vinces" e, per celebrarla, fece edificare Ponte Milvio, in modo da collegare le sponde del Tevere nel luogo in cui Massenzio era capitolato, e impose che ogni cittadino romano si recasse periodicamente ad abbellirne i lampioni con dei lucchetti, incidendovi qualche cazzata e gettandone la rispettiva chiave nel Tevere. Quest'usanza fu abbandonata durante il medioevo, per opera della Santa Inquisizione e dell'UNESCO, salvo poi essere ripristinata qualche anno fa in seguito al successo commerciale del film Ho voglia di te, che ha spinto numerosi omologati da ogni parte d'Italia a scatenare una nuova ondata di pellegrinaggio. Ponte Milvio riceve numerose visite quotidiane da pellegrini di tutta Italia. La sacra usanza dell'apposizione dei lucchetti sui lampioni ha preso piede anche in altre città italiane. Basta che ci sia almeno un ponte e qualche lampione. Sono anche state effettuate serate di gemellaggio tra i pellegrini di Ponte Milvio e quelli delle più misconosciute cittadine italiane, popolate da altri omologati, che pensano che imitare qualsiasi scemenza avvenga nella Capitale li renda più fighi.
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