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| - Carcare, Val Bormida, 9 ott. - (Adnkronos) - Da un mese commetteva violenze sessuali su una bambina di due anni, sorella della sua fidanzata, ai carabinieri della compagnia di Cairo, diretta dal capitano Carlo Caci, ha confessato che si trattava di un impulso irrefrenabile. S. F., 21 anni, abitante nella riviera savonese, ieri sera, intorno alle 22, e' stato visto dalla madre della bimba mentre la palpeggiava nelle parti intime. La donna ha urlato e ha chiamato i carabinieri, che hanno arrestato S.F. in flagranza. Il fatto e' avvenuto in val Bormida, nell'abitazione della bambina, dove il giovane andava spesso a trovare la fidanzata. La madre da tempo aveva notato arrossamenti inspiegabili nelle parti intime della bimba. Sembra che la piccola non si sia resa conto di nulla e abbia consider
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| - Carcare, Val Bormida, 9 ott. - (Adnkronos) - Da un mese commetteva violenze sessuali su una bambina di due anni, sorella della sua fidanzata, ai carabinieri della compagnia di Cairo, diretta dal capitano Carlo Caci, ha confessato che si trattava di un impulso irrefrenabile. S. F., 21 anni, abitante nella riviera savonese, ieri sera, intorno alle 22, e' stato visto dalla madre della bimba mentre la palpeggiava nelle parti intime. La donna ha urlato e ha chiamato i carabinieri, che hanno arrestato S.F. in flagranza. Il fatto e' avvenuto in val Bormida, nell'abitazione della bambina, dove il giovane andava spesso a trovare la fidanzata. La madre da tempo aveva notato arrossamenti inspiegabili nelle parti intime della bimba. Sembra che la piccola non si sia resa conto di nulla e abbia considerato le attenzioni del giovane come un gioco. La fidanzata del ragazzo era all'oscuro dei fatti. Secondo la psicoterapeuta Maria Rita Parsi, presidente della Fondazione Movimento Bambino, simili violenze vengono praticate da chi ha vissuto nel contesto familiare esperienze fortemente traumatiche, "le famiglie degli autori dei casi di pedofilia - spiega la Parsi - sono spesso famiglie 'invischianti', ossia con storie contrassegnate da carenze affettive, come abbandoni e rifiuti o violenze mentali e fisiche. Quando un ambiente e' 'invischiante', e da piccoli si subiscono simili maltrattamenti, in certi casi si matura un odio nei confronti dei bambini che possono portare al verificarsi di queste violenze". Per quanto concerne la vittima del pedofilo e' importante, per superare l'abuso, l'affetto dei genitori. "La vittima portera' a livello fisico un ricordo dell'avvenimento, perche' il corpo funziona come un registratore che memorizza cio' che ci accade. L'importante sara', attraverso l'amore del padre e della madre, accompagnare la bambina nel tempo a una rielaborazione dell'episodio. In questo caso - conclude la Parsi - il trauma sara' superato e la persona vivra' una vita tranquilla, rimarra' solo una 'cicatrice', una ferita che e' rimarginata".
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