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| - Il termine Olocausto indica un tentativo andato in fumo di mettere a valore la razza ebraica, facente parte di un più ampio progetto di riqualificazione dell'Europa, fortemente voluto dal compagno Adolf Hitler. La razza ebraica considera il termine "Olocausto" un po' caustico. Per questo, gli Ebrei preferiscono il termine Shò, che in ebraico significa Sciò (vattene, raus, fuori dai coglioni), usato dagli ebrei per cacciare i tedeschi durante l'occupazione del ghetto di Varsavia, che fu trasformato in un gigantesco centro sociale di propaganda bolscevica.
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abstract
| - Il termine Olocausto indica un tentativo andato in fumo di mettere a valore la razza ebraica, facente parte di un più ampio progetto di riqualificazione dell'Europa, fortemente voluto dal compagno Adolf Hitler. La razza ebraica considera il termine "Olocausto" un po' caustico. Per questo, gli Ebrei preferiscono il termine Shò, che in ebraico significa Sciò (vattene, raus, fuori dai coglioni), usato dagli ebrei per cacciare i tedeschi durante l'occupazione del ghetto di Varsavia, che fu trasformato in un gigantesco centro sociale di propaganda bolscevica. L'ambizioso progetto fu condotto dal 1933 al 1945 e consentì alla Germania di realizzare una serie di importanti conquiste scientifiche e industriali e di produrre una quantità di prodotti in uso ancora oggi. Al grido di "Arbeit macht frei" (il lavoro rende liberi), la razza ebraica partecipò con il massimo entusiasmo all'epocale svolta dell'Olocausto. L'Olocausto ebbe purtroppo fine quando Hitler, impietosito dall'armata rossa che venne a chiedere l'elemosina in Germania, decise per il bene del popolo sovietico di donare gli impianti industriali e le grandi opere realizzate. La razza ebraica accusò Hitler di essere un buffone e un mangiatore di cocomeri (accuse in parte fondate) e, per dispetto, sei milioni di Ebrei abbandonarono la terra promessa ariana e si auto-deportarono in Israele, dove tuttora vivono in armonia e fratellanza con i palestinesi e i bambini libanesi.
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