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| - Il gioco in questione fu praticato sin dagli albori dell'umanità. Se ne sono ritrovate raffigurazioni rupestri risalenti a quando Margherita Hack usava ancora i Tampax e Carlo Lucarelli si disegnava il pizzo con l'Uniposca. Pare che gli inventori siano stati Adamo, Eva e il serpente e che in occasione della prima partita sia stato coniato il noto motto "Puttana di Eva!". Caratteristica principale del gioco, sin dall'inizio, è stata la netta diversificazione sessuale delle squadre: da una parte le donne-streghe, dall'altra lo scarto dell'umanità. Va segnalata la notevole propensione al gioco di credenti e non credenti; tra questi ultimi piace ricordare i prelati, privi per altro di qualsivoglia ulteriore dote. Non è un caso che, secondo i racconti giunti a noi grazie all'illustre Padre Bage
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| - Il gioco in questione fu praticato sin dagli albori dell'umanità. Se ne sono ritrovate raffigurazioni rupestri risalenti a quando Margherita Hack usava ancora i Tampax e Carlo Lucarelli si disegnava il pizzo con l'Uniposca. Pare che gli inventori siano stati Adamo, Eva e il serpente e che in occasione della prima partita sia stato coniato il noto motto "Puttana di Eva!". Caratteristica principale del gioco, sin dall'inizio, è stata la netta diversificazione sessuale delle squadre: da una parte le donne-streghe, dall'altra lo scarto dell'umanità. Va segnalata la notevole propensione al gioco di credenti e non credenti; tra questi ultimi piace ricordare i prelati, privi per altro di qualsivoglia ulteriore dote. Non è un caso che, secondo i racconti giunti a noi grazie all'illustre Padre Baget Bozzolo, siano stati proprio due frati domenicani a portare alla ribalta internazionale questo sport, stilando un manuale per il giocatore-maschio-inquisitore provetto. Il testo, meglio noto col nome di Malleus maleficarum, ossia "Martello delle streghe", forniva idee e suggerimenti per individuare una strega, torturarla, farle confessare di aver fatto cose che la poveraccia nemmeno sapeva si potessero fare (e aveva ragione) e infine ucciderla per ottenere il plauso delle folle, la Coppa Intertoto e la formula della Coca-cola. Usate per lo più per distrarre il popolo da questioni di natura ben più rilevante, le gare di questo innocente passatempo, fortemente sponsorizzato dalle chiese e dai poteri costituiti di ogni ordine e grado, vedevano lo schierarsi di compagini attrezzate di tutto punto con sponsor, tifosi, alleati, magliette e barellieri. Alcuni di questi erano intercambiabili e servivano quanto il jolly a poker. Il numero dei partecipanti variava tra zero e più infinito e le gare erano prive del divieto di infrangere le regole, che per altro non c'erano. O meglio, le regole c'erano... Ma il master-arbitro si era dimenticato il libretto delle istruzioni a casa e nessuno, da allora, l'ha mai più ritrovato. Scopo del gioco, per le streghe, era il non farsi stuprare, torturare, rubare le torte di mele o finire su una pira infuocata, annegate in una tinozza, impiccate a un ginko biloba; di converso, obiettivo degli inquisitori era trovare un modo, possibilmente fantasioso e crudele, per far confessare a una o più streghe di essere devote a Satana e all'acquisto compulsivo su Postalmarket.
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