Marco Marfè in arte Makko non avrebbe bisogno di presentazioni, ma le facciamo lo stesso per buona educazione. Egli è il portavoce di una musica impegnata, che vuole fare concorrenza a Checco Zalone per la serietà dei suoi testi. Marco Marfè non si giudica un cantante madrigalista partenopeo ma l'ideatore di un sottogenere un po' pop, un po' denz, un pop denz[citazione necessaria].
Marco Marfè in arte Makko non avrebbe bisogno di presentazioni, ma le facciamo lo stesso per buona educazione. Egli è il portavoce di una musica impegnata, che vuole fare concorrenza a Checco Zalone per la serietà dei suoi testi. Marco Marfè non si giudica un cantante madrigalista partenopeo ma l'ideatore di un sottogenere un po' pop, un po' denz, un pop denz[citazione necessaria]. È nota la sua spietata diatriba con Checco Zalone e Leone di Lernia per il disco di merda dell'estate 2009. La critica musicale lo stroncherebbe subito se solo sapesse che esiste. Nel suo condominio tuttavia è una vera celebrità ed è diventato, nonostante l'agghiacciante esibizione offerta ad X Factor (la cui visione è vietata alle donne incinte) l'idolo delle zuccherine napoletane. Nell'autunno 2009 la sua carriera spicca definitivamente il volo grazie ad un programma del giovedì in seconda serata, orario di grande share, su tele A dal titolo originale: Marfè Nait che fa concorrenza al programma di Chiambretti su Italia 1, che palesemente gli ha copiato il nome. Durante questo programma la lettura dei messaggi dei parenti e le tre canzoni che ripete 27 volte potrebbero indurre il più accanito Papaboy a bestemmiare tutto il calendario di Frate Indovino (comprese le fasi lunari).