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  • Prove sicure
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  • thumb|Lo scanner cerebrale può essere usato in sede forense E' purtroppo noto che sono molti i casi di false accuse di pedofilia. Il problema qui è che si tratta della parola della presunta vittima contro quella del presunto aggressore e spesso pesa più la prevenzione della giuria verso questa o quello che l'analisi delle prove (se ci sono). Per ovviare a questo problema si potrebbe mettere a punto un confronto all'americana mentre una TAC al cervello registra l'impressione associata al viso del teste incriminato (confrontata con l'impressione avuta con gli altri).
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  • thumb|Lo scanner cerebrale può essere usato in sede forense E' purtroppo noto che sono molti i casi di false accuse di pedofilia. Il problema qui è che si tratta della parola della presunta vittima contro quella del presunto aggressore e spesso pesa più la prevenzione della giuria verso questa o quello che l'analisi delle prove (se ci sono). Per ovviare a questo problema si potrebbe mettere a punto un confronto all'americana mentre una TAC al cervello registra l'impressione associata al viso del teste incriminato (confrontata con l'impressione avuta con gli altri). Comunque in questa ottica hanno pieno diritto d'essere le associazioni per la difesa dalle false accuse di pedofilia, sempre che non siano volte in realtà a difendere i veri pedofili. Così come occorre che le associazioni che dicono di difendere i bambini non si occupino a volte in realtà a costruire false accuse di pedofila. Roma, 12 mar. (Apcom) - Leggere il pensiero con l'ausilio di uno scanner che registri l'attività cerebrale: il tentativo è riuscito ai ricercatori dell'Univesity College di Londra, sebbene si tratti di una tecnica ancora alle prime armi e con una capacità limitata di discriminare fra i "pensieri". Di fatto, come spiega il quotidiano britannico The Independent, il lavoro si basa sulle "tracce di memoria", la cui esistenza è accettata da quasi un secolo ma i cui meccanismi, natura e localizzazione rimangono ancora in gran parte un mistero: in particolare, lo studio ha riguardato la cosiddetta "memoria episodica", quella più comunemente utilizzata. Dieci volontari hanno osservato tre brevi filmati, della durata di circa sette secondi, nei quali differenti attrici rispettivamente impostavano una lettera, gettavano una tazza di caffè in un cestino e salivano su una bicicletta. Successivamente - e mentre venivano sottoposti ad una risonanza magnetica - è stato chiesto loro di ricordare la scena vista: il procedimento è stato ripetuto più volte e gli scan sono stati analizzati per registrare e identificare gli schemi di attività cerebrale associati a ciascun video. Infine, è stato chiesto ai volontari di ricordare i filmati a caso: i ricercatori hanno scoperto di essere in grado di determinare quale fosse il video in questione osservando le tac. Sebbene gli schemi cerebrali fossero in generale diversi per ciascun individuo, esiste una notevole similarità nelle zone dell'ippocampo attivate dal ricordo. Comunque anche e soprattutto in questa delicata materia ci vuole la presunzione di innocenza in caso di prove insufficienti e una buona dose di malizia nel valutare le "prove" presentate (tipo le dichiarazioni di studentesse che prima hanno ricattato il professore per avere voti alti o per avere sesso con lui e poi al diniego hanno inscenato magari con false prove una violenza ai loro danni). Naturalmente in caso di prove sufficienti e che reggono anche ad un'analisi "maliziosa" il pedofilo deve andare in carcere.
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