fu uno dei primi conflitti non convenzionali moderni che mise a dura prova le inesperte e neoformate truppe italiane che ancora per la maggiorparte erano composte da italiani del centro-nord insieme alla Guardia Nazionale formata invece interamente da meridionali della classe borghese che spesso però erano collusi con i principali capibanda, le truppe subalpine dovettero combattere una guerra con un nemico invisibile, che attaccava per poi fuggire nei monti, in un posto ove si parlava una lingua diversa, sotto un sole sconosciuto, ma soprattutto con l'avversione dell'intera popolazione meridionale che numerosissime volte li tradì considerandoli alla stregua di truppe occupanti non diversi dai francesi o dagli spagnoli furon per questo definiti i "Piemontesi". Ma anche i "Piemontesi" non ma
Attributes | Values |
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| - Guerra del Brigantaggio (1861-1864)
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| - fu uno dei primi conflitti non convenzionali moderni che mise a dura prova le inesperte e neoformate truppe italiane che ancora per la maggiorparte erano composte da italiani del centro-nord insieme alla Guardia Nazionale formata invece interamente da meridionali della classe borghese che spesso però erano collusi con i principali capibanda, le truppe subalpine dovettero combattere una guerra con un nemico invisibile, che attaccava per poi fuggire nei monti, in un posto ove si parlava una lingua diversa, sotto un sole sconosciuto, ma soprattutto con l'avversione dell'intera popolazione meridionale che numerosissime volte li tradì considerandoli alla stregua di truppe occupanti non diversi dai francesi o dagli spagnoli furon per questo definiti i "Piemontesi". Ma anche i "Piemontesi" non ma
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Luogo
| - Italia meridionale con sconfinamenti nello Stato Pontificio
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Didascalia
| - In verticale a sinistra : scontri fra Lancieri Montebello e briganti in gargano, particolare della battaglia di Lucera, capi della Banda Crocco fatti prigionieri. In verticale a destra : fucilazione di un brigante durante il massacro di Montefalcione e Montemiletto, capi chiavonisti, scontri presso l'Ofanto tra cavalleggeri e banditi.
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civili
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Casus
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Mutamenti territoriali
| - Il grande brigantaggio è spento e non è più in grado di controllare territori, così anche le speranze borboniche si spengono e dunque l'Italia meridionale è definitivamente annessa all'Italia una.
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Effettivi
| - 10(xsd:integer)
- _______
- Massima cifra raggiunta:
220.416 soldati
*Fanteria - 85.500
*Bersaglieri - 28.500
*Carabinieri - 7.489
*Cavalleria - 15.000
*Guardia Nazionale - 83.927
- Brigata "Crocco" 500-4000
- Carlisti 500-2300
- Compagnia "Caruso" 200-2000
- Esercito Napoletano 400-2200
- Gruppo Cipriano 400-2200
- Gruppo dei Sammarchesi 200
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Esito
| - Ribellione soppressa con la legge marziale salvo nel Lazio dove continuerà per un altro quinquennio
La fazione reazionaria è spenta nell'Italia meridionale, l'Italia può così procedere il suo cammino risorgimentale.
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Parte di
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Perdite
| - 2(xsd:double)
- 3(xsd:integer)
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Title
| - Guerra del Brigantaggio
- Principali battaglie
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Data
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Battles
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Image
| - file:Collage_pgci_leg.jpg
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Schieramento
| - 20(xsd:integer)
- 23(xsd:integer)
- Banda Caruso
- Banda La Gala
- Banda Romano
- Cartello di San Marco in Lamis
- Chiavonisti
- Focolaio lucano
- Supporto occulto o meno occulto:
- Volontari stranieri
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comandanti
| - 23(xsd:integer)
- Carmine Crocco
- Cipriano Della Gala
- Alessandro Pace
- Angelo Lo Zambro †
- Domenico Fuoco
- Francesco Guerra
- Giuseppe Caruso 15px
- Josè Borges †
- Luigi Chiavone †
- Michele Caruso †
- Ninco-Nanco †
- Rafael Tristany
- Sergente Romano †
- cap. Giuseppe Schiavone †
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abstract
| - fu uno dei primi conflitti non convenzionali moderni che mise a dura prova le inesperte e neoformate truppe italiane che ancora per la maggiorparte erano composte da italiani del centro-nord insieme alla Guardia Nazionale formata invece interamente da meridionali della classe borghese che spesso però erano collusi con i principali capibanda, le truppe subalpine dovettero combattere una guerra con un nemico invisibile, che attaccava per poi fuggire nei monti, in un posto ove si parlava una lingua diversa, sotto un sole sconosciuto, ma soprattutto con l'avversione dell'intera popolazione meridionale che numerosissime volte li tradì considerandoli alla stregua di truppe occupanti non diversi dai francesi o dagli spagnoli furon per questo definiti i "Piemontesi". Ma anche i "Piemontesi" non mancarono di azioni negative, arrivarono a trucidare popolazioni di interi paesi considerati tutti briganti, un po' come la repressione della mafia del cosiddetto "prefetto di ferro". Per quasi un quinquennio banditi a capo di gruppi e a volte eserciti insurrezionali sfidarono spesso ottenendo risultati positivi il governo dell'appena unificata Italia, a seguito della Spedizione dei Mille vi furono non pochi fatti negativi, ed anzi durante lo svolgimento della stessa per via della promessa della riforma agraria e dell'abolizione della tassa sul macinato non poche popolazioni deluse decisero di insorgere o di occupare le terre richieste. Già i garibaldini prima e i "piemontesi" poi repressero senza se e senza ma queste rivolte. Questo accese una non piccola opposizione nell'ex-Regno di Napoli, un malcontento che crebbe coi giorni e che rese così instabile la situazione da far precipitare il Mezzogiorno nell'anarchia, questa situazione fu subito sfruttata e finanziata dai Borbone in esilio e dalla fazione reazionaria in generale propagandando l'idea di un Mezzogiorno conquistato che iniziava una legittima resistenza allo straniero. Ma era solo propaganda che sfruttava l'ignoranza della classe povera che non sapeva neanche che cosa fosse l'Italia, infatti la rivolta fu unicamente un fenomeno delle classi "proletarie", non vi era nulla di politico, la politica semmai li sfruttava. Celebri infatti le parole di Crocco, il brigante più noto "Mai pace con nessun governo" oppure "I governi non fanno niente" etc. fu esclusivamente un fenomeno sociale. Nessun brigante combatteva per il Borbone per una fede realista ma solo per convenienza, erano infatti mercenari, anche la loro fede religiosa non era che una religiosità ignorante e inconsapevole della vera religione, diffusissime infatti pratiche superstiziose se non pagane. La classe ricca meridionale escludendo i nobili (ma non tutti) era tutta pro-Italia questo per escludere una volta per tutte la teoria (falsa e propagandistica) che sostiene un Sud colonizzato dal Nord e l'Unità d'Italia come una farsa per depredare il meridione, quando martiri come Pisacane e tantissimi altri erano del Sud e sono morti per combattere il regime borbonico. La Basilicata fu dall'inizio alla fine il cuore pulsante della ribellione allo Stato liberale, la rivolta può dirsi domata infatti solo quando il "generale" Crocco fugge sconfitto nello Stato della Chiesa, la Basilicata oltre a possedere l'indomabile, organizzatissima e ben protetta Banda Crocco è teatro dei due unici eventi campali, i maggiori della guerra, la Controrivoluzione di Melfi che da inizio alla guerra portando ad intervenire i soldati regolari una volta umiliate le Guardie Nazionali e porta alla formazione di un accenno di governo reazionario guidato dall'"anti-dittatore" Crocco. Il secondo è invece la formidabile incursione del generale spagnolo Borges finita traumaticamente a pochi passi da Potenza, entrambi gli eventi hanno avuto due battaglie tra le più letali e spettacolari del conflitto, Stigliano (anche nota come Acinello) e Vulture (nota anche come Barile). La guerra ebbe luogo anche in altre regioni fra le principali: Valfortore, Irpinia, Murge, confine con lo Stato Pontificio. Oltre questi eventi principali abbiamo una serie infinita di azioni di guerriglia, una guerra logorante che per anni blocco come in un pantano centinaia di migliaia di soldati regolari che furono stanziati in ogni città, ogni paese, ogni frazione, ogni villaggio del Sud Italia, senza grossi risultati. I risultati veri arrivarono con l'applicazione della legge marziale introdotta con la cosiddetta Legge Pica, che impedendo agli abitanti di uscire dai paesi, favorendo il pentitismo e fucilando invece di arrestare ottenne in breve risultati giganteschi e la rivolta brigantesca crollò a effetto domino.
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