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| - Picchiavano la figlia “moderna”, cingalesi verso rinvio a giudizio. Si va verso il rinvio a giudizio per il marito e la moglie, di nazionalità cingalese, che picchiavano e minacciavano la loro figlia “troppo moderna”. Le accuse per i due sono di maltrattamenti e lesioni personali. La ragazza da oltre un anno vive in una comunità protetta. Il pubblico ministero Isiodoro Palma ha chiuso le indagini e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per maltrattamenti e lesioni personali, nei confronti della famiglia di cingalesi che picchiava la figlia 16enne perché “troppo moderna” e con uno stile di vita “troppo occidentale”. La ragazzina, minacciata dalla famiglia di essere rispedita in patria per sposare un uomo anziano, aveva addirittura tentato due volte il suicidio. Le indagini erano partite proprio grazie ad una denuncia della giovane, che da oltre un anno ormai vive in una comunità. La 16enne mentre viveva in casa ha subito ogni sorta di umiliazione, dal taglio dei capelli all’imposizione di un guardaroba maschile fino a violenze fisiche come frustate e minacce di accoltellamento. Accuse sempre respinte sia dal padre, 49enne titolare a Milano di un phone center e addetto alle pulizie dei bagni della stazione Centrale, sia dalla madre, 36 anni. "E' stata influenzata dagli amici e da una professoressa", hanno sempre sostenuto, smentiti dalla giovane anche nel corso degli interrogatori a cui è stata sottoposta dagli inquirenti.
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