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| - «Ho violentato Sarah dopo averla uccisa» Strangolata in garage per aver rifiutato i suoi approcci. Il corpo in un pozzo in avanzato stato di decomposizione. La figlia di Misseri: «Mio padre ora deve pagare». AVETRANA (Taranto) - «L'ho strangolata con una cordicella mentre era di spalle e ho abusato di lei dopo che era già morta». È la confessione di Michele Misseri, che ha ammesso di avere ucciso la nipote quindicenne Sarah Scazzi. L'omicidio è avvenuto il 26 agosto nel garage della casa dell'uomo. Prima di occultare il cadavere gettandolo in un pozzo, l'assassino lo ha denudato e successivamente ha bruciato i vestiti. Misseri, 54 anni, ha confessato l'omicidio della nipote mercoledì sera, dopo un interrogatorio durato ore nella caserma dei carabinieri del comando provinciale di Taranto. Ha strangolato la nipote adolescente (come confermato dall'autopsia) dopo aver perso la testa per il rifiuto opposto dalla ragazza alle sue ripetute attenzioni morbose. Il corpo di Sarah è stato poi gettato in una sorta di pozzo pieno d'acqua in un podere tra Avetrana e San Pancrazio Salentino, di proprietà della famiglia Misseri, dove è stato trovato in stato molto avanzato di decomposizione. 16 ottobre 2010 Sarah Scazzi è stata uccisa "al fine di assicurare l'impunità del delitto di violenza sessuale da parte di Michele Misseri. Nonché per motivi abietti e futili consistiti nell'evitare che l'episodio di violenza sessuale pervenisse alla conoscenza di terzi". Questa è una delle motivazioni che hanno spinto il procuratore della Repubblica di Taranto a vergare il fermo di indiziato per concorso in omicidio volontario e sequestro di persona nei confronti di Sabrina Misseri: "Potrebbe tentare di fuggire per sottrarsi alla cattura", si legge nel decreto di fermo notificato venerdì sera alla ventiduenne accusata di aver concorso nell'omicidio della cugina. Il reato di omicidio contestato all'indagata - viene sottolineato nel decreto - è punito con l'ergastolo. Sabrina - che nega tutto - avrebbe aiutato il padre a uccidere la cugina perché nulla si sapesse. L'unica colpa di Sarah sarebbe stata quindi avere un fisico che cominciava a crescere e una visibilità che nell'universo maschile piaceva. Piaceva anche a zio Michele, tanto che il reo confesso aveva buttato l'occhio sulla nipotina che ogni giorno cresceva sempre più. E aveva minacciato di raccontare tutto. Le indagini svolte dal comando provinciale dei carabinieri di Taranto guidato da Giovanni Di Blasio hanno ricostruito tutti i passaggi di questa terribile avventura, minuto per minuto. Michele Misseri "ha individuato con chiarezza la figlia Sabrina come la persona che conduceva con la forza Sarah nel garage e vicino alla sua persona". E' quanto è scritto nel decreto di fermo adottato dalla magistratura inquirente tarantina nei confronti di Sabrina Misseri. Michele Misseri - prosegue il decreto - "aggiungeva che proprio Sabrina teneva ferma la minore cinturandola mentre lui la strangolava con la corda". Le dichiarazioni del padre di Sabrina vengono definite dagli inquirenti credibili perché l'uomo, con la sua confessione, "assolutamente riscontrata" ha indicato "il luogo ove aveva occultato il cadavere di Sarah, in sede di ispezione ha individuato con certezza sia il terreno ove ha bruciato i vestiti di Sarah e sia la zona dove aveva buttato la batteria del cellulare di Sarah e ciò facendo ritrovare sia i residui dell'incendio dello zainetto e dei vestiti di Sarah sia la batteria del cellulare della ragazza". Fondamentali le dichiarazioni di Mariangela Spagnoletti - Per la pubblica accusa le dichiarazioni di Mariangela Spagnoletti, amica di Sabrina, sono state "rilevanti": la giovane ha fornito un dettaglio "fondamentale" sulle autovetture presenti davanti all'abitazione della famiglia Misseri. Mariangela ha dichiarato agli inquirenti che quando è arrivata a casa Misseri ha notato "immediatamente Sabrina già sulla strada percependone l'inusuale stato di agitazione", circostanze queste negate da Sabrina che dice di essere stata sulla veranda di casa. "Del pari rilevanti - prosegue il decreto - appaiono le dichiarazioni di Mariangela Spagnoletti quando chiarisce che, dopo aver appreso della scomparsa di Sara, e dopo essere andata due volte insieme a Sabrina presso l'abitazione della mamma di Sara, ritornava a casa Misseri ove lasciava Sabrina proprio nel momento in cui la madre, Cosima Serrano, usciva dall'abitazione, specificando la fondamentale circostanza che in quel momento vedeva chiaramente sia l'autovettura Opel Astra in uso alla famiglia Misseri e sia l'autovettura Seat Marbella nella disponibilità dell'indagato (il padre di Sabrina, ndr) che era chiaramente posizionata parallela al portone del garage". Questa circostanza Sabrina l'ha sempre negata spiegando che tornando a casa con Mariangela aveva trovato solo l'auto della madre e non quella del padre. "La notizia del coinvolgimento di Sabrina nell'indagine ha gettato sconcerto nella famiglia Scazzi, è un fulmine a ciel sereno" hanno riferito i legali della famiglia della povera ragazza uccisa; dopo avere appreso che l'assassino della figlia era il loro congiunto sono stati messi a confronto con un'altra dura realtà. La mamma di Sarah non parla più con i giornalisti dal giorno del ritrovamento del corpo della figlia. Ma oggi a telecamere spente come ha fatto l'altra volta, al giornalista di "Chi l'ha visto" ha detto: "l'ho avuta accanto in tutto questo tempo e ha ripetuto sempre le stesse cose come un copione. Sarà la seconda Franzoni perché negherà sempre". La mamma di Sarah, ha proseguito il giornalista, ha detto ancora: "l'unica cosa certa è che Sarah non c'è più. Sarah è morta e io mi sono fermata quel giorno". "Se Sabrina è coinvolta, confessi": Nicodemo Gentile, legale della famiglia Scazzi, è stato ospite dello speciale TgLa7 incentrato. "Tutta la famiglia è sconvolta - ha dichiarato - e confusa per via del nuovo scenario. C'è ancora tanto da capire, siamo di fronte a una nuova versione da parte di un soggetto che ha dato continuamente nuove dinamiche, nuove ricostruzioni. E' la quinta versione, speriamo sia l'ultima: ogni giorno al dolore si aggiunge dolore, al dramma si aggiunge dramma. La mamma di Sarah è preoccupata. Pietrificata. La posizione di Sabrina è complicata e difficile ma dobbiamo attendere le sue difese".
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