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| - Dopo l'assassinio di Finwë e il furto dei Silmaril per opera di Morgoth, Fëanor assetato di vendetta arirngò Noldor nella piazza di Tirion e li convinse ad abbandonare Valinor per tornare nella Terra di Mezzo balenando loro il miraggio di una vita libera, a parer suo, dalla "Tirannia dei Valar". Sebbene all'inizio molti fossero dubbiosi, alla fine si lasciarono convincere da Fëanor e anche i suoi fratelli Fingolfin e Finarfin si lasciarono convincere, anche se più per vendicare il padre che non per altro, e si accodarono al fratello senza però prestare il Giuramento. Fu così la maggior parte dei Noldor, non tutti, abbandonarono Tirion divisi in due schiere: in testa Fëanor e i suoi Figli, che con i loro seguaci formavano l'avanguardia, subito dietro venivano Fingolfin e Finarfin che guidav
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| - Dopo l'assassinio di Finwë e il furto dei Silmaril per opera di Morgoth, Fëanor assetato di vendetta arirngò Noldor nella piazza di Tirion e li convinse ad abbandonare Valinor per tornare nella Terra di Mezzo balenando loro il miraggio di una vita libera, a parer suo, dalla "Tirannia dei Valar". Sebbene all'inizio molti fossero dubbiosi, alla fine si lasciarono convincere da Fëanor e anche i suoi fratelli Fingolfin e Finarfin si lasciarono convincere, anche se più per vendicare il padre che non per altro, e si accodarono al fratello senza però prestare il Giuramento. Fu così la maggior parte dei Noldor, non tutti, abbandonarono Tirion divisi in due schiere: in testa Fëanor e i suoi Figli, che con i loro seguaci formavano l'avanguardia, subito dietro venivano Fingolfin e Finarfin che guidavano la schiera più numerosa. Ma mentre uscivano dalle mura della città Fëanor fu raggiunto da un messaggero dei Valar: "Ma, mentre già le trombe squillavano e Fëanor usciva dalle porte di Tirion, un messaggero giunse alfine da Manwë così dicendo: «Di contro alla follia di Fëanor, valga questo mio unico consiglio. Non partite! L'ora infatti è sfavorevole, e la vostra strada conduce a pene da voi non prevedute. Nessun aiuto vi verrà dai Valar in questa cerca; ma essi neppure vi ostacoleranno; questo infatti dovete sapere: come siete giunti qui liberamente, liberamente ne ripartirete. Ma tu, Fëanor figlio di Finwë, per il tuo giuramento sei esiliato. Nell'amarezza disimparerai le menzogne di Melkor. Un Vala, egli è, hai detto. E quindi hai giurato invano, perché nessuno dei Valar tu puoi vincere né mai potrai vincerlo dentro le aule di Eä, anche se Eru, al cui nome ti richiami, t'avesse fatto tre volte più grande di quanto tu sia ». Fëanor però rise e parlò, non già all'araldo, bensì ai Noldor, con queste parole: « Così, dunque! Quindi, questo valente popolo dovrebbe mandare in esilio null'altri che l'erede del loro Re con i suoi soli figli, ed esso tornare alla sua schiavitù? Se qualcuno vuoi venire con me, io gli dico: vi si preannuncia dolore? Ma in Aman l'abbiamo conosciuto. In Aman, dalla beatitudine siamo passati al dolore. Vogliamo dunque tentare l'altra strada: di giungere dal dolore alla gioia; o alla libertà quanto meno ». Quindi, rivolto all'araldo, gridò: «Di' questo, a Manwë Sùlimo, Re Supremo di Arda: se Fëanor non può abbattere Morgoth, per lo meno non esita nell'assalirlo, e non se ne sta in preda a oziose recriminazioni. E può essere che tru abbia messo in me fuoco maggiore di quanto tu creda. Tanto danno farò quanto meno all'Avversario dei Valar che persino i possenti che stanno nell'Anello della Sorte e resteranno a bocca aperta all'udirlo. Proprio così, e alla fine cssi mi seguiranno. Addio! ». In quel momento la voce di Fëanor risuonò così vasta e potente, che persino 1'araldo dei Valar si inchinò di fronte a lui come chi sia pienamente soddisfatto della risposta avuta, e se ne andò; e i Noldor ne furono soggiogati." —Dialogo tra Fëanor e il messaggero dei Valar, Il Silmarillion
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