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| - Il primo caso di pseudonimo viene sicuramente da parte di Dio, famoso per aver utilizzato tale pseudonimo al posto del suo nome da nubile (ancora avvolto nel mistero). Lo pseudonimo è divenuto poi molto popolare da utilizzare in pubblico: venne cominciato ad essere utilizzato dagli sportivi per diverse ragioni. C'è chi si vergognava di chiamarsi "Cazzone" di cognome, o chi era rintracciato dalla polizia e allora per evitare guai si inventava il soprannome di "Tipo Pulito". Secondo la CSAI (Commissione Sportiva Automobilistica Italiana), usare uno pseudonimo è legale. Per cui, potete tranquillamente usare uno pseudonimo per le corse illegali in macchina. E se le autorità vi fermano, ricordate di usare il nome falso. Col tempo è però divenuto più popolare usare degli pseudonimi per gli scrittori. I più famosi sono sicuramente il quartetto Pierpaolini, Aldo, Annaliso e Tommasetti che hanno scritto ognuno quattro libri della stessa collana coi soprannomi di Matteo, Marco, Luca e Giovanni. La cosa è poi dilagata fino ai cantanti: ovviamente Justin Bieber si chiama in realtà Justin Dickhead, complici i sadici genitori. E la famosissima Ke$ha in realtà non ha il simbolo del dollaro al posto della "S", contrariamente a quanto molti si immaginano. Il fenomeno è dilagato a tal punto che perfino le massime autorità usano pseudonimi in pubblico, come l'ex chitarrista Franco Turlute. In seguito ad alcuni scandali in Francia sull'uso di sostanze stupefacenti, ha trovato asilo politico in Italia dove ha usato lo pseudonimo italiano di Italo Bocchino.
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